Un biofiltro è, a tutti gli effetti, un organismo vivente (o meglio, l’habitat di miliardi di microrganismi viventi) che deve mantenere, nel tempo e nello spazio, una temperatura tra 15 e 40 °C. Infatti, mentre le condizioni chimiche possono essere estremamente variabili e diversificate (ne parliamo in questo articolo), i parametri fisici da tenere in considerazione non sono poi così tanti, e neanche di difficile misurazione. Il più semplice, e sicuramente il più intuitivo, è quello appunto della temperatura, seguito dall’umidità e dalla velocità del flusso in uscita.
Perché la temperatura è importante?

Nel biofiltro avviene una degradazione aerobica, cioè una decomposizione di sostanze volatili (gli inquinanti) ad opera di batteri che sfruttano l’ossigeno. Ora, affinché questa reazione avvenga, i batteri devono poter lavorare in un ambiente caratterizzato da una temperatura ottimale, pena il rallentamento delle degradazioni, causato da un tasso di riproduzione delle colonie batteriche che risulta rallentato. Questa temperatura ottimale è pari a 37°C (optimum per i batteri mesofili), ma in generale l’intervallo tra 15 e 40°C è comunque accettabile, soprattutto in virtù dei possibili sbalzi di temperatura che possono avvenire durante la vita utile di un impianto. Dunque, il controllo della temperatura è essenziale affinché i batteri possano riprodursi in grandi quantità, e quindi degradare gli inquinanti in maniera più rapida.
Se la temperatura dei gas è mediamente di 40°C, posso considerarmi al sicuro?
Non proprio. Supponiamo per esempio che il biofiltro si trovi all’aperto, magari orientato in direzione sud, tale per cui possa ricevere i raggi solari più intensi per diverse ore durante la giornata, e che i gas immessi nel biofiltro provengano da un capannone, o un locale chiuso. Con l’arrivo dell’estate, è plausibile aspettarsi un aumento della temperatura, anche di un fattore considerevole, specialmente se il biofiltro è collocato in una posizione tale per cui possa riscaldarsi. Ciò può comportare una perdita di colonie batteriche, che non si trovano più nelle condizioni ottimali per riprodursi.
Inoltre, occorre indagare sul termine “mediamente”: se si intende che per 6 mesi la temperatura è di 20°C e per i successivi mesi di 60°C, allora no, non si è decisamente al sicuro.
Batteri | Range di temperatura | Optimum | Ideali per biofiltri |
---|---|---|---|
Psicrofili | 0÷20°C | 15°C | NO |
Mesofili | 15÷40°C | 37°C | SI’ |
Termofili | 50÷80°C | 52°C | NO |
É imperativo mantenere una temperatura di 37°C?
No, assolutamente: chi gestisce impianti conosce l’impossibilità di assicurare una temperatura costante e precisa in uscita da una condotta, si tratta di una variabile troppo aleatoria. Semplicemente, il valore ottimale di temperatura si riferisce ad una condizione in cui i batteri sono, statisticamente, più numerosi, e quindi “più efficienti” nel far funzionare il biofiltro. Quest’ultimo, alla fine, è un sistema biologico che, come tutti gli organismi viventi in natura, riesce ad adattarsi ed a trovare un proprio equilibro. L’importante è cercare di metterlo nelle condizioni per lavorare, quindi fargli ricevere sempre aria ad una temperatura che sia più costante possibile.
Se l’impianto in questione emette fumi a temperature diverse da quelle ottimali, è necessario ricorrere a soluzioni, come il raffreddamento evaporativo/forzato in caso di alte temperature, o l’utilizzo di vapore in caso di basse temperature.

In sintesi

- Nei biofiltri il range di temperatura ottimale è tra 15 e 40 °C; valori superiori di qualche grado non compromettono comunque la sua funzionalità.
- Occorre mantenere una temperatura il più possibile constante per tutta la durata dell’impianto; eventuali piccole variazioni son comunque assorbite dal biofiltro senza troppe conseguenze.
- Una corretta temperatura è il primo pilastro per un buon funzionamento del biofiltro del biofiltro, insieme all’umidità ed alla distribuzione omogenea del flusso di gas entrante nel biofiltro.
Un biofiltro deve mantenere una temperatura tra 15 e 40°C.
Sul mercato esistono tantissime soluzioni, in termini di sonde e sensori, per tutte le tasche. In generale si può partire da una semplice sonda con termocoppia, molto economica, fino a strumenti più costosi e in generale più accurati, come sonde a filo caldo.
L’aria deve essere prossima alla condizione di saturazione (U.R > 95%) e relativamente calda (dai 15 ai 40°C circa).
Sì, il biofiltro è un sistema biologico con una propria inerzia termica e riesce a sopravvivere per un periodo di interruzione anche di 7-10 giorni. Eventualmente all’avvio si può procedere con un inoculo batterico